giovedì 26 settembre 2013

PDL, LARGHE ESTORSIONI

Contro la disinformazionePDL, LARGHE ESTORSIONI

Per favore nessuno esprima stupori fuori luogo. Cosa ci si poteva aspettare da un pregiudicato per frode fiscale, a capo di un folto manipolo di parlamentari scelti appositamente per servirlo e che tutto gli devono? Che forse davanti alla propria decadenza da senatore, e dunque con il rischio concreto di essere arrestato per l’inchiesta di Napoli sulla compravendita dei senatori, questo galantuomo si sarebbe inchinato alla legge pur nella comprensibile amarezza? Ma andiamo.

Il pregiudicato si sta muovendo esattamente come si muovono i veri boss della mala pronti a scatenare l’inferno pur di non farsi beccare e trascinare dietro le sbarre. Solo che qui non siamo al cinema, ma nel Parlamento della Repubblica italiana, da ieri ufficialmente tenuto in ostaggio da un pregiudicato e dai suoi bravi protagonisti di una vera e propria estorsione a mano armata. Come definire altrimenti le minacciate dimissioni in massa di deputati e senatori Pdl, nel caso la Giunta delle elezioni tra qualche giorno dovesse votare (come, stando ai numeri, dovrebbe votare) la cacciata del condannato da Palazzo Madama, in forza della legge Severino?



Insomma fa sapere il boss asserragliato a palazzo Grazioli, rivolto a Napolitano e a Letta nipote: se voi non trovate il modo di salvarmi io ritiro i miei uomini dalle Camere e addio governo e addio legislatura con le elezioni anticipate dietro l’angolo. Parlare di Aventino nel caso di una palese estorsione è quasi una bestemmia. La ribadita volontà di Napolitano di non sciogliere il Parlamento non può rassicurare più di tanto.


Oggi, infatti, a parti rovesciate i presunti aventiniani hanno qualche possibilità di spuntarla. Poiché, come hanno capito anche i sassi, le larghe intese che avrebbero dovuto salvare il Paese (con risultati finora almeno discutibili) sono state pensate anche per salvare Berlusconi. Possibile che l’inquilino del Colle non si fosse accorto che sotto il suo capolavoro politico era stato piazzato un potente ordigno a orologeria? O pensava che tutto si sarebbe risolto con la sua trionfale rielezione al Quirinale?

fonte : Il Fatto Quotidiano


Insomma fa sapere il boss asserragliato a palazzo Grazioli, rivolto a Napolitano e a Letta nipote: se voi non trovate il modo di salvarmi io ritiro i miei uomini dalle Camere e addio governo e addio legislatura con le elezioni anticipate dietro l’angolo. Parlare di Aventino nel caso di una palese estorsione è quasi una bestemmia. La ribadita volontà di Napolitano di non sciogliere il Parlamento non può rassicurare più di tanto.
Oggi, infatti, a parti rovesciate i presunti aventiniani hanno qualche possibilità di spuntarla. Poiché, come hanno capito anche i sassi, le larghe intese che avrebbero dovuto salvare il Paese (con risultati finora almeno discutibili) sono state pensate anche per salvare Berlusconi. Possibile che l’inquilino del Colle non si fosse accorto che sotto il suo capolavoro politico era stato piazzato un potente ordigno a orologeria? O pensava che tutto si sarebbe risolto con la sua trionfale rielezione al Quirinale?

fonte : Il Fatto Quotidiano



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ROMA – Stato-mafia. “Napolitano deponga”, il pm di Palermo non molla. Napolitano deve testimoniare, dalla procura la rinnovata richiesta nell’aula della Corte di Assise di Palermo dove si celebra il processo sulla presunta trattativa Stato-mafia, nel bunker dell’Ucciardone. Il Pm Nino Di Matteo ha ribadito in aula, davanti la Corte di la necessità di citare a deporre come teste il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il nome del Capo dello Stato era già nella lista testimoniale depositata ai giudici.Nella lunga illustrazione delle richieste di prova il magistrato ha precisato che il Capo dello Stato dovrebbe in particolare, riferire su contenuti di una lettera che il suo consulente giuridico, Loris D’Ambrosio, morto l’anno scorso, inviò il 18 giugno del 2012. Nella missiva D’Ambrosio esprimeva il timore di essere stato usato ”come l’ingenuo e utile scriba di cose utili a fungere da scudo di indicibili accordi” facendo riferimento a fatti accaduti tra l’89 e il ’93.Secondo i Pm sentire Napolitano è l’unica possibilità per approfondire i timori di D’Ambrosio. Sulla richiesta del Pm e su tutte le istanze di ammissione delle prove fatte dalla Procura dovrà pronunciarsi la Corte di Assise. ”Intendiamo dimostrare che il dialogo occulto tra parti delle istituzioni e i vertici di Cosa nostra proseguì anche dopo la strage di via D’Amelio del luglio del ’92, dopo l’arresto di di Vito Ciancimino del dicembre dello stesso anno e dell’arresto del boss Totò Riina avvenuto nel gennaio del 1993″ afferma Di Matteo iniziando la sua relazione introduttiva. L’ex pm Antonio Ingroiasarà avvocati parte civile delle vittime della strage dei Georgofili.


lunedì 4 febbraio 2013

FESTEGGIARE COSA???


festeggiare? e cosa?
pubblicata da Joia Maria Rosa Carli il giorno Domenica 6 marzo 2011 alle ore 7.38 · sono scoraggiata, incazzata, triste. ho sperato, ho gioito, ho visto la gente , numerosissima, in tante piazze d'italia. ho pensato: è fatta, un'italia migliore è possibile, senza bandiere di partito, ma con la voglia di contare e di contarsi. poi basta. spariti. sarà sempre lui il più forte, lui che con la sua faccia da culo e il sorriso stereotipato anche a Helsinki quando è stato pesantemente contestato attraversa sicuro il gruppo dei contestatori col suo passo da guappo ostentando una sicurezza che sicuramente ha. arriveremo a fine legislatura e vincerà ancora lui o chi per lui perchè la sinistra arriverà frantumata, divisa in mille gruppi senza idee nè progetti. lui forse diventerà il presidente di tutti gli italiani, anche il mio. ho sessantadue anni, sono stata una brava compagna fino all'autolesionismo. ho lottato, con entusiasmo, perchè ci credevo, perchè ero, e sono, convinta di stare dalla parte giusta. non avevo fatto i conti con questa realtà, che un giorno sarebbe arrivato un ometto pieno di soldi e di televisioni che avrebbe cambiato l'italia e gli italiani. e io? io ho già dato, sono in là con glianni, ho una malattia che non mi consente di scendere in piazza a gridare la mia rabbia e la mia delusione. e anche bene, a cosa servirebbe? getto la spugna come un pugile con la faccia gonfia di lividi e di sangue. forse spegnerò televisione e pc. non ho nemmeno dei nipotini  a cui raccontare le favole come facevano le nonne. avrei potuto cominciare così: c'era una volta una ragazza con dei grandi occhi azzurri spalancati sul mondo, su quel mondo che lei voleva cambiare. aveva tanti amici che chiamava compagni e insieme erano una grande squadra, uniti si sentivano invincibili e insieme conducevano una grande guerra per la giustizia, per la legalità e per la libertà. volevano una società fatta di donne e uomini con dei diritti uguali per tutti. volevano che i figli degli operai potessero diventare avvocati come i figli degli avvocati, volevano che la scuola fosse pubblica e gratuita, che la salute fosse un diritto come il lavoro e la casa, che tutti potessero professare il loro credo religioso, che esisteva una sola razza: quella umana. mi fermo qui, il resto avrei dovuto inventarlo, perchè i bambini hanno diritto a sognare


sabato 7 gennaio 2012

Charles Hank Bukowski : PUNTO E A CAPO


PUNTO E A CAPO

Siamo d'accordo che 
questa è un'epoca 
difficile,forse la 
più difficile
di tutte:enormi
gruppi di persone
nelle città di 
tutto il mondo 
protestano perché
preferirebbero non 
essere trattati come merde.


Ma chiunque sia ai comandi non ascolta. L'idea, 
ovviamente, è che si tratta solo di un potere che 
combatte un altro potere e il potere vero, 
ovviamente, è nelle mani dei pochi che guidano
le nazioni e a loro serve proteggere quel mare
di cose che gli appartiene.

Si può immaginare che questi pochi governanti
scapperanno quando comincerà l'eruzione definitiva;
scapperanno nei loro rifugi sicuri dove osserveranno 
l'eruzione fino alla fine, e poi dopo un'attesa
ragionevole torneranno di nuovo e cominceranno a
costruire un nuovo futuro ridicolo e ingiusto.
E questo, per me, non è un pensiero particolarmente
felicementre mi apro una lattina di birra, in una 
calda sera di luglio.

Tratto da: Quando mi hai lasciato mi hai lasciato
tre mutande.


lunedì 26 settembre 2011






Antonio Di Pietro :

Brunetta ha detto una verita' e gli va dato atto. A questo governo il certificato antimafia non serve perche' dovrebbe applicarlo prima a se stesso. All'interno della compagine governativa c'e' un ministro accusato di mafia che fra poche ore verra' riconfermato ministro da questo governo. 
E', quindi, evidente che non si puo' chiedere a un governo e a una maggioranza, complici di coloro che sono accusati di mafia, di richiedere ai cittadini il certificato antimafia. 
Il problema non e' cio' che ha detto Brunetta, ma cio' che i cittadini devono fare e cioe' riflettere prima di andare a votare la prossima volta, prima di affidare le sorti del nostro Paese a persone che hanno un curriculum criminale o a persone che hanno la possibilita' di amministrare con le mani pulite.
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venerdì 16 settembre 2011

«FACCIO IL PREMIER A TEMPO PERSO» di Antonio Padellaro


COSA AGGIUNGERE ANCORA?

DOPO UNA FRASE DEL GENERE GLI ITALIANI TUTTI DOVREBBERO MANDARLO AFFANCULO OGGI STESSO. E NON SOLO COLORO CHE LO HANNO SEMPRE AVVERSATO. ANZI, MOLTO DI PIU' QUELLI CHE LO HANNO VOTATO.

MA COLORO CHE LO HANNO VOTATO HANNO UN CERVELLO IN GRADO DI VALUTARE LA GRAVITA' DI QUESTA FRASE? CAPIRANNO MAI DI ESSERE STATI USATI?

A chi ancora domanda (gli sbalorditi giornalisti stranieri e tanti comuni cittadini) come sia possibile che un tipo accusato di essere un puttaniere patentato e ricattato resti inamovibile e protervo a Palazzo Chigi, e cosa si possa fare per lavare questa vergogna nazionale non sipuò che rispondere: troppo tardi, bisognava pensarci prima. 

Chi è infatti il personaggio che, parlando di ragazze come se fossero agnelli da scuoiare, dice a Gianpi “chi mi porti stasera?” e che versa centinaia di migliaia di euro a Tarantini e ai suoi degni compari perché tengano la bocca chiusa? 

È lo stesso che più di tre lustri fa ribaltò, grazie a una montagna di quattrini, il già poco virtuoso tavolo della politica italiana e che ora, disponendo di un patrimonio di quasi 6 miliardi di euro, si è comprato un governo, una maggioranza e tutte le leggi di cui ha bisogno.

E dunque può fare solo rabbia il fatto che ora, nell’opposizione guidata dal Pd, si levino alti i lamenti sul “Berlusconi che ci porta alla rovina” quando per ben due volte (1996 e 2006) la sinistra di lotta e di governo si guardò bene dal varare una seria norma sul conflitto d’interessi per impedire che un miliardario senza scrupoli facesse banco, come poi ha fatto. 

E che dire della grande stampa d’informazione? 

Siamo convinti che il galantuomo Ferruccio de Bortoli prima o poi darà voce sulla prima pagina del Corriere della Sera allo sdegno della grande borghesia produttiva, che quel grande giornale rappresenta, per lo spettacolo vergognoso di un premier che vuole trasformare la Costituzione in prostituzione. 

Mentre i giornali di Arcore si coprono di ridicolo sostenendo che il padrone non paga le ragazze, ma fa beneficenza (non sposarono festosamente anche la balla suprema di Ruby nipote di Mubarak?), ciò che resta della libera informazione, con poche eccezioni, si limita a commentare il “troiaio” con timide giaculatorie che lasciano il tempo che trovano. 

Del resto i loro editori, palazzinari, banchieri o industriali dell’auto, hanno un maledetto bisogno del governo di Papi e si adeguano. Una prece infine sui silenzi vaticani. 

Sì, quelle purpuree gerarchie che insorgono appena si osi parlare di coppie di fatto, tacciono imperturbabili di fronte allo scempio morale: decine di giovani donne vendute e comprate per il sollazzo di un vecchio. 

Il quale sa di non temere nulla, finché i mercanti continueranno a bivaccare nel tempio in cambio di un’esenzione Ici.

Antonio Padellaro, Il Fatto Quotidiano