mercoledì 27 aprile 2011

L’emozione della democrazia




By ilsimplicissimus


Ogni truffa, anche la più volgare, ha i suoi pretesti. E così anche il premier imbroglione, il ladro di democrazia che si riempie la bocca di volontà popolare, ma tenta di impedirne l’espressione attraverso i referendum, ne ha uno.

Il più inquietante e il più grossolano.

Il pretesto è l’emotività che ha suscitato la vicenda di Fukushima oltre che l’incompetenza tecnica dei più: questo, secondo l’unto e gli untori, rende inopportuna la consultazione popolare sul nucleare.

Sarebbe facile fare dell’ironia sull’emotività che suscitano nel governo gli affari dell’atomo e sulla competenza che può avere la corte dei cialtroni in fatto di nucleare, compresi i Chicchi Testa e i Veronesi.

Dire una beata mazza è già fargli un complimento.

Ma non è questo il punto: è che non esiste democrazia se si richiedono competenze specifiche e una impossibile neutralità.
Anzi non esiste nemmeno la politica che è fatta anche di emozione, di speranze e di visioni del mondo.
Del resto anche le normali elezioni comporterebbero una serie di competenze praticamente impossibili in una sola persona e dunque sarebbero quanto mai inopportune. E’ il tipico argomento dell’autoritarismo.

Paradossalmente proprio l’uomo che ha fatto di se stesso un feticcio offerto agli umori più rozzi e irragionevoli, ora che l’emotività non seconda i suoi affari la rinnega. Ho scritto paradossalmente, ma in realtà questo è l’esito naturale del populismo che prima sfrutta i bassi istinti, lasciandoli fermentare così come sono, senza elaborazione e senza ragioni, anzi facendo di essi l’unica ragione possibile. E poi li rinnega per mantenersi al potere, difendendosi dietro un’ ambigua e peraltro impossibile oggettività.

L’Ungheria insegna.

Ho scritto emozione, ma anche questo è sbagliato: l’emozione, anche quella politica non ha nulla a che fare con l’istinto, la pancia che borbotta: è intrisa di idee, di prospettive, di ideali, magari anche ingenui, ma che fanno del sentire e del reagire, anche una categoria politica.
Tutto questo non ha nulla a che fare con l’istinto immediato che riflette solo se stesso.
Ecco perché la democrazia può essere emozione, mentre il berlusconismo è solo umore e rumore.




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